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Legge elettorale, Calderoli ci riprova: “Via la soglia, sì a tre scaglioni”

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Via la soglia del 42,5% per accedere al premio di governabilità e dentro tre ‘scaglioni’ di premio variabile, da assegnare alla coalizione o alla lista che arrivi prima. E’ l’ultima versione del “lodo Calderoli” sulla legge elettorale. In pratica, secondo la riformulazione proposta dal senatore leghista, non ci sarà nessun premio fino al 30%, ma ce ne sarà uno del 22,5% per chi prende tra il 30 e il 35%, uno del 27,5% per chi prende tra il 35 e il 40% e uno del 35% per chi prende più del 40%. Calderoli ammette che “il metodo convince tutti, le cifre no”, e propone di accantonare il tema e di tornarci solo dopo le primarie del centrosinistra di domenica: “Metterci oggi a ragionare di numeri alla vigilia delle primarie è sconsigliato. Facciamo tutto il resto e poi dedichiamo lunedì e martedì solo al nodo del premio”. Insomma, “l’ascensore può funzionare – dice Calderoli – tocca vedere a che piano si ferma”. Il Pd sta valutando la nuova proposta.

Se si modificasse il Porcellum inserendo solo la soglia richiesta dalla Consulta per ottenere il premio, spiegava stamani a Repubblica il senatore leghista Roberto Calderoli, “sarebbe il disastro totale. Ci si terrebbero liste bloccate e sbarramenti diversi. Se vogliono fare dieci volte peggio di quel che succede in Grecia, così ci riescono”. L’ex ministro delle Riforme, padre della “porcata”, invita quindi a trovare un accordo. “E’ quasi impossibile mettere insieme gli interessi di tanti, continuano a pensare a casa propria e non al bene del Paese”, ma questo – avverte – “è l’ultimo tentativo. Sono esaurito”. “La legge che ho in mente fa in modo che una coalizione possa vincere, se non con la maggioranza assoluta, grazie all’accordo con un partito”, prosegue Calderoli. Il proporzionale puro “è scongiurato”. Quanto alle liste bloccate, “nella legge che stiamo discutendo ci sono due terzi di preferenze e un terzo di liste bloccate”. Per Calderoli a ostacolare l’accordo concorrono anche le primarie. “Alcune posizioni molto rigide che ho trovato fino a oggi sono legate alla necessità di non deludere i propri elettori e i sostenitori contrari a qualsiasi trattativa”, dice. “Dopo domenica, sono convinto che la mia proposta andrà bene anche al Pd’’.

tovato su: Il Fatto Quotidiano

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